La trovano morta sul divano della casa di Laurent Petin, il suo ultimo uomo. E' la mattina del 28 maggio 1982, a Parigi. Romy Schneider ha 44 anni non compiuti ed è in abito da sera. "Arresto cardiaco", dicono i medici, che non chiedono l'autopsia. "Sissi" aveva preso un sonnifero con un bicchiere di whisky, un connubio fisso per lei da quando era morto il figlio David, e il cuore aveva cessato di battere. Era un cuore stanco, quello di una donna ancora bellissima e malinconica, seduta davanti a un bicchiere la sera, quello di una madre rimasta sola con il ricordo del figlio perduto. E' sepolta nel piccolo cimitero di Boissy-sans-Avoir, a ovest di Parigi, nell'ultima tomba in fondo, nell'angolo di destra. Accanto a lei riposa David, "l'unico vero uomo della mia vita".
Tutto e niente
Romy ha avuto tutto dalla vita e non le è rimasto niente. Ha avuto i più grandi registi: Visconti, Preminger, Losey, Costa-Gavras, Risi, Chabrol, Zulawski, Sautet. Ha recitato con mostri sacri come Delon, Montand, Noiret, Brasseur, Piccoli, Mastroianni, Tognazzi, O'Toole, Brialy. E' stata la dolce interprete di "Sissi" e la sensuale protagonista della "Piscina"; è diventata la diva europea più amata degli anni Sessanta, la più pagata, anche più di BB: sofisticata, glamourous, una stella enigmatica dalla bellezza particolare e dalla luce profonda negli occhi. Ha espresso un talento naturale, un fascino delicato, speciale e mai strillato, un volto luminoso, capelli color miele, occhi blu mistero vagamente orientali: una bellezza dolcemente aggressiva, da ragazza incantevole maturata rapidamente come attrice.
L'amore con Delon
Romy, sensibile ragazza viennese, parigina di adozione, ha sempre dato più amore di quanto ne abbia ricevuto. Ha amato Alain Delon alla follia ed è stata lasciata, si è consegnata agli uomini che ha amato, si è arresa senza condizioni, ha cercato la verità, la sincerità, l'amore e non li ha trovati. Il suo fascino era legato alla malinconia, a una ferita segreta che tentava di mascherare con l'ironia e la passione. "Ho paura, una grande paura di vivere", disse nel '70, al massimo della popolarità. Un'angoscia le bruciava dentro, una sete di autodistruzione la divorava. "Sono già morta", disse a Dino Risi, per cui interpretava "Fantasma d'amore". E un giorno confessò: "Non sono fatta per essere felice".
La tragedia del figlio
Cambiò spesso uomo, perché non sapeva stare sola. Fu una facile preda. "Nessun uomo mi ha mai detto: basta col cinema, viviamo una vita normale _ disse in una delle sue ultime interviste _ Mi sarebbe piaciuto molto". Ma la normalità non era per lei. Cercò sempre negli uomini un eroe che non trovò. Amò più di tutti il figlio David, di cui disse: "Credo che lui non mi tradirà". Quando lo vide morire dissanguato, lacerato a 14 anni dall'asta di un cancello su cui si era arrampicato per gioco, perse la voglia di vivere. E, da grande signora, se ne andò in silenzio, una notte di maggio, come l'aveva descritta Claude Sautet, il suo regista preferito: "Fragile, nobile, solitaria e fiera". Che l'abbia uccisa il suo cuore stanco di vivere o la sua volontà di morire non ha molta importanza. E se non c'era voglia di morire, certo non c'era più desiderio di vivere. Romy è morta di notte, con musica e whisky, nella solitudine affollata delle dive, nel vuoto senza speranza delle donne che hanno sopportato troppi abbandoni, troppi lutti, troppi dolori. La sua sensibilità l'ha tradita, la sua bellezza ha provocato l'ira degli dei. Resta nei ricordi dei ragazzi di allora, che si sono innamorati di una ragazza che vagamente aveva qualcosa di lei.
